Finalmente ci siamo: il lungo processo consultivo e deliberativo, attivato da Rete del Nuovo Municipio e Regione Toscana per dar vita alla prima Legge Regionale sulla partecipazione in Italia, si è concluso felicemente con l'approvazione del testo di legge, ieri l'altro, da parte del Consiglio Regionale. È un risultato di grande pregio, in primo luogo perché segna l'ingresso della democrazia partecipativa nell'apparato normativo delle Amministrazioni - con tutte le enormi implicazioni politiche e culturali che questo porta con sé; ma anche perché è l'esito di un nuovo modo di legiferare, che da solo dimostra la possibilità concreta di aprire i meccanismi di decisione agli apporti dei suoi veri depositari, i cittadini. Tutti i contenuti della Legge sono essi stessi frutto di un processo partecipativo allargato, gestito in prima persona dalla Rete, che nell'arco di quasi tre anni si è snodato attraverso tavoli locali e sovralocali, incontri tematici e convegni aperti, fino al town meeting di Marina di Carrara, a cui ha preso parte un campione significativo della società toscana nella veste dichiarata di panel dei decisori. La partecipazione, insomma, non serve soltanto a bloccare i processi di decisione quando si rivolgono contro l'interesse pubblico, anzi: nei casi virtuosi li favorisce, proponendo un modello di interazione fra politica e società civile non competitivo ma cooperativo, che produce valore anziché disperderlo, e che rende i suoi esiti effettivi proprio nella misura in cui sono condivisi.
Abbiamo pensato oggi di dedicare l'intera newsletter a questa notizia, primo per sottolineare l'importanza che il risultato riveste come riconoscimento tangibile del valore propulsivo del nostro lavoro; secondo, per colmare un vuoto informativo piuttosto inquietante dei media ufficiali, evidentemente più interessati ad un diverso tipo di politica. E poi siamo convinti che leggere una storia come questa faccia bene, a fine anno: non tanto per il lieto fine, quanto perché prospetta un orizzonte concreto di riferimento per il lavoro futuro, consentendoci per una volta un modo propositivo e non rituale di farvi gli auguri. Auguri dunque - di buona partecipazione a tutti e a tutte.
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